Prima di scrivere questo articoletto vorrei fare questa doverosa premessa:
se io fossi il legislatore introdurrei l’obbligo di frequenza di un corso di guida in pista per tutti coloro che debbano conseguire la patente A: con tanto di esame finale.
Perchè solo chi non ha mai provato a danzare tra i cordoli può non capire quanto questo sia utile per affrontare la guida di una due ruote che, a differenza della macchina, si guida innanzitutto con il corpo. Detto questo: Spesso sento molti motociclisti, appassionati di guida in circuito, pronunciare frasi banalissimi con contorno di frasette pre-confezionate, di una retorica disarmante. Tipo:
“correre in circuito è piu sicuro andare in giro per la strada: provate voi a cadere e trovarvi il burrone subito dopo la curva [o la maccchina/il guardrail assassino/il muro ecc, n.d.a.]”
Quello che davvero trovo imbarazzante è come si mischi le due cose; il modo in cui si equipari la guida in strada, con la guida in circuito: Se qualcuno mi dicesse infatti, “CORRETE in pista, che è più sicuro che CORRERE in strada” allora sono d’accordo
Ma il punto è un altro: il punto è che in pista si va forte. si cerca il limite. in pista si va per godersi l’adrenalina, per vedere l’asfalto a un palmo dal casco, per ascoltare il rumore delle proprie saponette che strisciano, e spararselo in vena, drogandosi completamente con esso.
In pista si va per scopare con la propria moto, per fare sesso violento con essa, per godere fino in fondo del rovente abbraccio che si genera tra la carne e il metallo.
Con questi presupposti è perfettamente normale che chi accetta di giocare in questo modo, accetta anche tutti i rischi che ne conseguono, e deve necessariamente essere ben cosciente che entrare in pista, abbassare la visiera e chiudere il cervello a tutto fuorchè a gas e freni, non è esattamente come andare a farsi una gita alla Madonna del Ghisallo, in compagnia dei propri amici, e magari con la propria fidanzata sul sellino posteriore.
Ma dove sta critto che anche in strada si debba correre? E’ quello il punto.
Chiariamo bene: Non faccio il santarellino, e non sono certo la persona che per strada va a un ritmo di passeggiatina domenicale con moglie bagagli e cane al seguito: anche a me piace godermi le pieghe e, dove si puo, aprire un pò il gas…sempre nel rispetto della strada e della ambiente in cui mi sto muovendo, e sempre rifutandomi di andare più veloce di quanto il mio occhio possa vedere..Ma In strada ogni motociclista dovrebbe conservare un margine di errore tale che gli permetta di prevedere tutto il prevedibile e salvarsi dall’irreparabile. In strada bisogna, giustamente, fare attenzione a un sacco di altre cose, e adoperarsi per prevenire al massimo tutto cio che potrebbe guastare la nostra cavalcata
Altrimenti i pony express farebbero una vita piu pericolosa dei piloti di motogp
Aspetto vostri commenti e soprattutto mi piacerebbe leggere di vostre esperienze…
Alessandro.
Quello che dici lo trovo giusto, è innegabile però che la pista, al di la del tempo sul giro, è un ambiente più sicuro in quanto elimina tutta una serie di fattori che su strada sono un pericolo almeno potenziale.
Mi spiego meglio, in pista non hai le corsie, il senso di marcia è uno, non ci sono incroci veri e propri, marciapiedi, parcheggi a bordo strada, curve cieche ecc
E soprattutto, è vero che si cade anche in pista, ma, qui potrei sbagliare perché non ho statistiche, credo che la caduta classica in questo contesto sia la scivolata che grazie alle vie di fuga dovrebbe essere più “gestibile”.
Smentitemi se sbaglio!:)
Si un corso di guida in pista dovrebbe essere obbligatorio, anche se poi la strada è tutt’altra cosa…
Eh mica tanbto Frazer: la caduta classica nel contesto “pista”, la piu frequente, non è la scivolata, ma è proprio la piu pericolosa: il cosidetto highside, con la moto che ti spara in orbita e tu che atterri da 2 metri di altezza a chissa quanti kmh sull’asfalto, sperando che la moto non ti rotoli di sopra.
Per scivolare “innocentemente” , dopo che sei andato oltre al limite di tneuta dello pemnumatico devi proprio essere un pilota, perchè gli esseri umani “normali” non si avvicinano nemmeno lontanamente a tale limite, in condizioni ideali di pista (buon grip, poca umidità e temperatura sui 25)
Giusto per farti capire quanto un paio di pneumatici sia in grado di garantire aderenza, nella guida sportiva, ti linko un video, in cui stiamo girando (su pitbike) addirittura su cemento lucido! (hai presente tipo il fondo che trovi nei parcheggi degli ipermercati 🙂 . https://www.youtube.com/watch?v=q9d2PvhvOSY
Hai ragione, mi ero perso l’highside! Ma infatti non ero sicuro di quello che dicevo e l’ho scritto 😉
bello il video credo di averlo visto anche su facebook…Certo la tenuta è buona, per essere su cemento lucido ( che conosco e odio da qualche giro sui kart) non è male.
Con il commento non volevo dire che in pista non ci si fa male ma che è meno probabile farsi male in modo serio,
certo le botte sull’asfalto si sentono ma, per esperienza, se si possono evitare gli impatti su tutti gli altri oggetti, e veicoli, che ci sono per strada è meglio…
Credo che in ogni caso la pista offra un ambiente migliore per provare la propria moto, per conoscerla, portarla al limite che non la strada; in questo senso la ritengo più sicura, considerando anche l’obbligo dell’abbigliamento tecnico.
ps OT, appena recupero dall’incidente devo farci un giro al top fuel! 😉